ALDO PASSONI
Per i lavori di quest’ultimo anno invece si è attuata
veramente una sintesi, in quanto Rambelli è riuscito a
proporci, ad attuare insieme un tessuto ambientale che
andasse sviluppandosi di pari passo a quell’embrione
vitale che aveva salvato e che a sua volta aveva
generato le forme attuali per lunga evoluzione; per
cui al fatto eversore di una realtà ambientale che
stravolgeva un’idea vitale primaria si è venuta
sostituendo una realtà ambientale che preserva "in
nuce" il nucleo vitale primario, che l’aveva generata
come civiltà strutturata nel corso dei millenni. …la
nobiltà, il pregio stesso dei materiali usati, come il
bronzo, conferiva a tutta l’opera un sapore di ironia,
quasi a consegnarci intatto nel tempo il goffo
tentativo di due forze, una naturale, l’altra
razionale, di sopraffarsi ed eludersi a vicenda.
Per quanto riguarda invece la ricca e bella serie di
modelli-progetti realizzati nel 1969, mi sembra che il
discorso sia ben altrimenti diverso e originalmente
nuovo addirittura, cioè che vengano ad associarsi
l’accettazione di una realtà ormai attuatasi anche per
mezzo del new-dada, - e ne è la prova il riscatto
vivamente operante nel tessuto dell’opera dei
materiali nuovi - con la ricerca positiva aperta,
impressa da certi ritorni felici di costruttivismo,
che fanno sì che i modelli diventino, ipso facto,
anche per la propria intercambiabilità dinamica, dei
progetti strepitosi, usufruibili in una vasta gamma di
scienze, che può andare dalla meccanica
all’architettura.
A questo punto vorrei ricordare una proposizione
tratta dal Manifesto realista di Gabo e Pevsner, in
cui erano contenuti i principi del costruttivismo:
"Per interpretare la realtà della vita, l’arte deve
assere basata su due elementi fondamentali: spazio e
tempo. Il volume non è l’unico concetto dello spazio.
Elementi critici e dinamici devono essere usati per
esprimere la vera natura del tempo, i ritmi statici
non sono più sufficienti.
L’arte non deve essere più imitativa, ma deve cercare
nuove forme". Ora, se si esaminerà tutta la serie di
modelli-progetti qui esposti e le opere che ne sono
più chiaramente derivate e si presterà per un attimo
attenzione alla giustezza dei titoli, siano essi
"ispezione nella memoria", "attimo di riflesssione",
"modello riassuntivo con segni di appunto". non può
sfuggire l’esistenza di un linguaggio costruttivista,
ma privato di tutto il meccanicismo formale di cui
poteva infatuarsi ed enfatizzarsi il movimento al
principio del secolo, nell’ardore della scoperta.